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Codice: 9788879694728

Sandro Mongardini

Tra Immagini e Parole. La matrice visiva nei racconti di Alvaro Valentini

 

Caratteristiche del volume:

Ft. 170x240 mm, 2021, 106 pp.

€ 14,00

 

Sandro Mongardini, allievo di Alvaro Valentini all’Università di Macerata, e fotografo associato al Fotocineclub Fermo, è nella migliore posizione “strategica” per comprendere il rapporto che Valentini – poeta, scrittore, critico – ha avuto con la fotografia; in quei primi anni ’50 del ’900, quando a Fermo, con Luigi Crocenzi, l’architetto Danielli ed altri giovani intellettuali fondava il Centro per la Cultura nella Fotografia.

I testi di Valentini poeta, narratore, critico letterario sono noti, apprezzati, adeguatamente ristampati e diffusi. Mongardini propone una rilettura degli articoli che il professore aveva dedicato alla fotografia, apparsi su riviste di settore («Ferrania», «Fotografia», «Popular Photography Italia»); e che da quei lontanissimi anni ’50 non sono più tenuti in considerazione: un risarcimento, e un aspetto non marginale della attività e della personalità di Valentini, che propugna – nel mondo dei fotografi – una maggiore conoscenza delle letterature, e una emancipazione dal mito-feticcio della fotografia singola, esemplare, perfetta, a favore del “Racconto fotografico”, racconto per immagini che la fotografia può realizzare con una sua specificità sua, rispetto al cinema.

Le argomentazioni di Valentini si basano sulla conoscenza della fotografia americana tra gli anni ’30 e ’50, le iniziative di Vittorini in «Americana» e in «Politecnico», rivista in cui Crocenzi aveva pubblicato i suoi primi “racconti fotografici”, già nel 1946/47.

Ma c’è un intento più profondo in Mongardini: dimostrare che il “professore”, in molti aspetti della sua poesia e nei racconti, ha un piglio da fotografo: c’è una “matrice visiva” che va scoperta nel letterato, affiorante in certi scorci, punti di vista, approcci narrativi.

Valentini docente medio ed universitario di rara competenza, chiarezza, economia di eloquio, non fu mai fotografo. Ma nel suo alunnato romano degli anni ’40, nel “cenacolo” fermano dei ’50, risulta l’intellettuale completo, attuale, conscio della forza delle immagini, e di esse permeato pur nella sua limpida scrittura di letterato.

 

Domenico Pupilli


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