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Fabio Mariano - Andrea A. Giuliano
Il Castello d'Aquino a Rocchetta Sant'Antonio tra storia e restauro

ISBN 88-7969-372-7
€ 24,00
Ft. 210x297 mm
2016, pp. 85, copertina in brossura con bandelle
Seppur piccolo il paese ha una sua antica storia documentata nell'ambito delle trasformazioni politiche di questi territori dal medioevo alla diluizione del Regno di Napoli. Dall'evoluzione stessa dei suoi toponimi – dalla antica Rocca di Sant'Antimo, attorno alla quale si era sviluppato il nucleo urbano originario, a Rocchetta Sant'Antonio – si può rileggere la storia del paese almeno a partire almeno dall'XI secolo.
A partire dai primi anni del XVI secolo questa storia si è legata strettamente alla presenza del Castello, voluto da Ladislao II d'Aquino nel 1507. Non si può affermare che il Castello d'Aquino sia una fortificazione sconosciuta; la sua particolare conformazione planimetrica a base triangolare con tre bastioni di forma a mandorla o, se vogliamo, a bec d'éperon (a becco di sperone) – in quanto l'origine della forma si deve ai castelli francesi dei secoli XI-XII – ha sempre colpito gli studiosi di architettura militare, ed in particolare per la sua assonanza formale con le opere fortificate del più grande architetto e trattatista militare del Rinascimento nella seconda metà del XV secolo, cioè il senese Francesco di Giorgio Martini.
L'importanza del personaggio, commissionato dalle più importanti corti e signorie dell'epoca - e particolarmente per noi dalla corte aragonese di Napoli - è testimoniata anche dal seguito operativo che ebbero le sue opere originali ed aggiornate ai nuovi criteri ossidionali resisi indispensabili col perfezionamento tecnologico delle armi da fuoco e dell'uso della polvere da sparo, sempre più devastante e temuto.
Un seguito di epigoni architetti ed ingegneri militari impegnati nella fortificazione del Regno sotto il costante pericolo del nemico musulmano. Fra questi, tra i quali si ricorda in particolare il fiorentino Antonio Marchesi da Settignano, andrebbe ricercato l'autore o quantomeno il realizzatore del Castello d'Aquino sul modello sperimentato e diffuso da Francesco di Giorgio.